Kyrie eleison

(Signore abbi pietà)
Ricominciare il cammino ala luce del Natale di Cristo

Abbiamo appena terminato il Natale: una parentesi (forse) in questo momento ancora difficile.. Tutti a chiederci: da dove partire? E come partire? La paura e la stanchezza per un tempo troppo lungo, per chi abituato a relazioni e attività intense. Le notizie, i dati che ci vengono ogni giorno messi sul piatto fanno un po’ paura; a meno che evadiamo con il nostro pensiero ad altre cose.
Ma allora cosa ci ha regalato il Natale di Cristo appena festeggiato? Quale speranza ci ha portato, quale prospettiva di cammino ci ha offerto?  Come riprendere il nostro cammino alla luce dell’evento appena celebrato?

Il suggerimento ci viene da un ultimo lavoro di Branduardi: Kyrie eleison, che invito ad ascoltare. Ecco le parole più significative:
Perché lungo è il cammino / quando avanza la sera/ Ed un lume non basta / per portarmi la luce / Tutto il pane non basta / per saziare la fame / Tutta l’acqua non basta / per calmare la sete / E l’amore non basta / per lenire il dolore
Se apri gli occhi ora vedi / Prendi fiato e respira / Oltre le ombre cammina / Scopri, conosci ed esplora / Non giudicare, consola / Non ti scordare il perdono / perché lungo è il cammino / quando avanza la sera / e l’amore non basta /per lenire il dolore

E sullo sfondo del testo del cantautore la musica della “Missa Luba”, congolese (anni cinquanta, gioiosa, ritmata, quasi in contrasto con il suo testo – Kyrie eleison appunto, cioè Signore abbi pietà)

Sembrano parole che ci invitano a ricominciare da una resa, quella di essere impotenti, incapaci di darci un futuro.. Ma l’invocazione sempre ripetuta è l’invocazione del vangelo: dei due ciechi, della donna lebbrosa, dei dieci lebbrosi guariti.. Kyrie eleison: Signore abbi cura del nostro cammino, della nostra malattia.. fa’ che possiamo rimetterci in viaggio..
Ciò che abbiamo, dice il cantautore – il pane.. la luce.. l’acqua… l’amore.. – non bastano.. E là dove l’amore non basta, il mistero del Natale di Cristo (certezza della sua presenza fedele) può dare vigore ancora. Il suo amore basta!
In uno scritto di Charles de Foucauld si legge: “Discese, e per tutta la sua vita non ha fatto altro che discendere: incarnandosi, facendosi bambino, obbedendo, facendosi povero, abbandonato, esiliato, perseguitato, servendo e mettendosi all’ultimo posto”

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